Scoliosi, cifosi e lordosi possono essere diagnosticate e valutate tramite una semplice radiografia del rachide in toto. In questo articolo scopriamo quali sono le curvature fisiologiche della colonna vertebrale e come identificare le deviazioni patologiche.
La colonna vertebrale o rachide è una parte fondamentale dell’apparato scheletrico, deputata non solo al sostegno di tutto il corpo umano e al corretto svolgimento delle funzioni motorie, ma anche alla protezione del midollo spinale.
Come ogni parte del corpo, anche la colonna vertebrale può essere soggetta a diverse patologie. Tra le condizioni più diffuse, spesso aggravate da abitudini posturali scorrette legate allo stile di vita, vi sono quelle legate alla sua curvatura.
Scoliosi, ipercifosi e iperlordosi sono deviazioni patologiche della colonna vertebrale che, a seconda della gravità, possono incidere negativamente sulla qualità della vita.
Diagnosi
Nel nostro centro la diagnosi delle patologie che riguardano la colonna vertebrale può essere formulata tramite una semplice radiografia del rachide in toto, effettuata in piedi e con lastra unica e millimetrata.
Con questa metodica, semplice, indolore e a basso dosaggio di Raggi X, si ottiene non solo l’immagine dell’intera colonna vertebrale, ma anche misure precise della curvatura, espresse in gradi.
In una condizione normale la colonna vertebrale appare rettilinea su un piano frontale e suddivide il tronco in due regioni simmetriche.
Osservandola sul piano sagittale (cioè guardando il tronco di un individuo posizionato di profilo rispetto all’osservatore) presenta invece 4 curve, con una alternanza di convessità posteriore e anteriore che consente la postura eretta e una certa resistenza a traumi e stress meccanici.
La struttura appena descritta conferisce alla colonna la sua caratteristica flessibilità, fondamentale per svolgere correttamente movimenti di rotazione, flessione o torsione del capo, della schiena e degli arti.
La scoliosi
La scoliosi è la più nota tra le deformità strutturali che colpiscono il rachide. Consiste nella deviazione laterale della colonna vertebrale, accompagnata da una rotazione delle vertebre interessate.
La forma più diffusa è quella idiopatica: si tratta cioè di una malattia della quale non si conoscono precisamente le cause. In molti casi è congenita (cioè presente fin dalla nascita) ma può svilupparsi anche in età adulta, per esempio a seguito di traumi e lesioni neuromuscolari.
I sintomi della scoliosi portano ad alterazioni estetiche più o meno visibili, a seconda del grado di rotazione della colonna. Tra queste si ricordano:
- Disallineamento delle spalle, che si posizionano ad un’altezza differente
- Inclinazione generale del corpo da un lato
- Prominenza o disallineamento delle costole
- Prominenza di una scapola rispetto all’altra
Il tratto più caratteristico della malattia è il cosiddetto gibbo, una sporgenza che si evidenzia chiedendo al paziente di flettere il tronco in avanti. Questa flessione viene misurata con uno strumento detto scoliometro (Test di Adams), che serve a valutare la gravità della curvatura.
Il trattamento della scoliosi è variabile in base all’entità della malattia stessa. Curvature molto lievi possono essere tenute sotto osservazione ad intervalli regolari e non richiedono interventi specifici. Curvature maggiori, ma ancora lievi (entro i 20°) richiedono invece una terapia di tipo conservativo che prevede una serie di specifici esercizi di fisioterapia volti a riequilibrare la postura e la curvatura della colonna. A seconda della risposta al trattamento, il medico può valutare anche il ricorso al corsetto.
Lo scopo della terapia conservativa è quello di scongiurare l’intervento chirurgico, necessario invece nel caso di scoliosi gravi, ovvero con curvatura tra i 45° e i 50°, generalmente eseguito prima del diciottesimo anno di età.
Cifosi e lordosi
Quando si parla di cifosi e lordosi si compie generalmente un errore, ovvero quello di considerarle come patologie.
In realtà con i termini cifosi e lordosi si definiscono, più propriamente, le normali curvature della schiena.
- Le due curvature convesse (cervicale e lombare) sono dette lordosi;
- Le due curvature concave (dorsale e sacrale-coccigea) sono dette cifosi.
Quando la curvatura è eccessiva rispetto ai parametri considerati fisiologici si dovrebbe parlare, piuttosto, di ipercifosi e iperlordosi.
Ipercifosi
L’ipercifosi genera quella curvatura della colonna comunemente chiamata gobba, con quella convessità pronunciata della zona dorsale che spesso si riscontra in età avanzata.
L’ipercifosi non è però una condizione esclusiva dell’invecchiamento, poiché entrano in gioco anche fattori genetici e posturali. L’entità della curvatura dipende soprattutto dalla causa: un’anomalia morfologica come il morbo di Scheurmann, ad esempio, porta a ipercifosi più gravi e dolorose, con curvature oltre i 35°, deformità e rigidità ossea.
Gli atteggiamenti ipercifotici sono invece ipercifosi di entità lieve, poco o per nulla dolorose e spesso risolvibili con appositi esercizi di fisioterapia e ginnastica posturale. Queste ipercifosi poco pronunciate sono generalmente compensate da una corrispettiva iperlordosi lombare.
Iperlordosi
Per iperlordosi si intende l’alterazione patologica della curvatura della lordosi lombare.
L’iperlordosi comporta la presenza di:
- bacino proiettato eccessivamente all’indietro
- addome sporgente in avanti
- rialzamento dei glutei.
Le cause sono prevalentemente da ritrovare in una rigidità eccessiva dei muscoli dorsali e una debolezza di quelli addominali. Altri fattori scatenanti possono essere l’obesità o la gravidanza.
Generalmente si accompagna alla scoliosi, ma viene considerata uno stato patologico solo se la curvatura supera i 40-50° Cobb.
Può manifestarsi con formicolio agli arti superiori e un dolore lombare di moderata intensità. Come l’ipercifosi, generalmente per trattarla si ricorre a esercizi di fisioterapia e ginnastica posturale.